vaccini
22
Giu

PER I VACCINI, PER I BAMBINI

Nei giorni scorsi, le 14 associazioni dei Genitori del Meyer, su iniziativa di Noi per Voi Onlus, hanno lanciato un appello sulla vaccinazione dei bambini che per libera scelta non sono stati vaccinati.

L’appello è stato riportato anche sul «Corriere fiorentino».

Ne abbiamo chiesto il significato al Presidente della nostra Associazione, Pasquale Tulimiero.

Come nasce l’idea di questo appello?

L’appello nasce perché, soprattutto sui social, circola molta disinformazione sui vaccini e su ciò che è importante per malattie gravi e a volte mortali. I bambini con particolari patologie, o con immunodepressione, possono subire conseguenze gravi nel momento in cui vengono a contatto con altri bambini, con morbillo varicella ecc., che non sono vaccinati; e quindi possono contrarre malattie virali. Da qui ci è venuta l’idea di fare un appello; più che un appello, di fatto, è l’apertura di una discussione con tutti coloro che la pensano diversamente, e con i genitori spaventati dalle conseguenze capitate a bambini vaccinati. Però, da un punto di vista scientifico, le percentuali di bambini che anche con i vaccini hanno conseguenze sono molto basse; mentre invece si deve pensare che a volte si possono avere conseguenze, con percentuali più alte, prendendo una semplice influenza. Questo fatto ci ha spinto a iniziare delle riflessioni, che da genitori abbiamo voluto sottoporre a tutti gli altri genitori; sono delle riflessioni, credo, di buonsenso. Hanno aderito quasi tutte le associazioni di genitori afferenti al Meyer.

Vi preoccupano anche le tante “bufale” che circolano on line?

Quello è un problema ancora più complesso, che non riguarda solo le vaccinazioni ma anche la cura di malattie importanti. Bisognerebbe anzi fare una campagna di stampa per porre la massima attenzione di questi fenomeni. Tante volte dei ragazzi sono morti perché i loro genitori si sono fatti abbindolare da terapie che non avevano nulla di scientifico e di concreto, proposte da personaggi che si sono arricchiti alle loro spalle e con comportamenti da codice penale. Le bufale sui social o su internet sono deleterie e possono coinvolgere chiunque, e solo perché lo dice Facebook, magari. E’ un fatto molto grave che dovrebbe essere analizzato con attenzione sia dai medici sia dai proprietari dei siti e delle piattaforme social, che dovrebbero all’occorrenza rimuovere dei contenuti una volta verificato un contenuto non veritiero o ingannevole.

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