
Non da soli, una sensazione che ho provato sulla mia pelle.
Chiara, suo marito e i suoi bambini sono stati la prima famiglia che abbiamo accompagnato con “Non da soli” in un viaggio difficile. La ringraziamo per aver voluto condividere con i nostri lettori la sua esperienza.
La solitudine è il sentimento imperante, che va a braccetto con l’ansia, con la preoccupazione, con la disperazione che da un giorno all’altro può invadere la vita e sconvolgere una famiglia quando viene diagnosticata una patologia oncologica. Non voglio parlare dei passaggi medici, pratici e obbligati, ma della mano tesa che abbiamo trovato in quella corsia e che non ci ha mai lasciati. Un abbraccio a 360 gradi, costante, da cui nessuno è stato escluso.
L’aspetto più importante è stato la continuità con cui questo prezioso aiuto è stato e viene dato ancora adesso. La nostra dottoressa ci ha raggiunti ovunque, in reparto, a fianco di chi portava il peso della malattia, in corsia con me e i genitori e soprattutto ovunque fossero i bambini. Ci sono stati incontri vigilati dalla sua presenza, con il sorriso sempre sulle labbra, rassicurante per noi grandi che molto spesso non sapevamo bene cosa e quanto dire; ci sono stati disegni fatti in studio, fatti a casa per lei e fatti a scuola, che parlavano di quello che vivevamo, e ogni volta potevamo capire dalle sue parole in che direzione andare. Ci sono ancora adesso le “emergenze” e so che una parola per noi c’è sempre, per capire cosa fare, per alleggerire le ansie e la stanchezza che una mamma, in alcuni momenti, si trova a fronteggiare.
Per i bambini rimarrà sempre un’amica di famiglia che giocava con loro o parlava con noi genitori senza mai nascondere niente, senza mai parlare a bassa voce, senza mai escluderli da discorsi “da grandi”, senza mai trattarli da bambini piccoli, quali sono, perché dovevano in qualche modo prepararsi a una prova più grande di loro, ingiusta e che ci ha cambiati per sempre.
Ci ha cambiati ma non fermati, ci ha fatto capire che chi non c’è più avrebbe voluto solo il nostro bene e questa Associazione, in particolare la dottoressa Paggetti, con il progetto “Non da Soli”, ci ha alleggerito e fatto attraversare, tenendoci per mano, uno stato d’animo purtroppo comune a chi si trova a vivere una prova di questo genere: la solitudine