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16
feb

UN PO’ DI ANICE:TRA TAC E BRIGIDINI

Da bambina andare al mercato era, a dir poco, un supplizio. Una lenta e caotica processione in mezzo a noiose bancarelle tutte uguali dalla quale io e mio babbo ci tenevamo con piacere alla larga. Non provavamo nessun interesse per i mercati se non per le prime bancarelle che vedevamo da lontano e che, non ho ancora capito il motivo, sono sempre quelle dei dolciumi. A quel punto comprare un sacchetto di brigidini nell’attesa che mamma e sorella finissero il loro giro, non richiedeva un grande sforzo.

Oggi invece, colpa o merito di mia mamma o semplicemente degli anni che passano, il mercato è diventato la base del mio shopping. Certo si tratta sempre di una lenta e caotica processione ma le bancarelle sono diventate, come all’improvviso, più interessanti: dai vestiti alle scarpe alle cose per la casa, mia mamma mi ha convinto che al mercato si possono fare veri e propri affari. E le bancarelle di dolciumi? Sono sempre lì, a dare il benvenuto a chi arriva, con il rumore della macchina dei brigidini di sottofondo e l’inconfondibile odore di anice. Quell’odore che subito mi entra in gola e mi sembra, d’un tratto, di bere il mezzo di contrasto della TAC. Sa un po’ di anice – mi diceva l’infermiera – ma ai vecchietti piace tanto. Se lo bevano i vecchietti allora, pensavo tra me e me. Un sapore orrendo, non saprei definirlo in altro modo, un sapore che mi porta persino a detestare i miei adorati brigidini. Non credo che li mangerò più – ho iniziato a dirmi.

E poi basta organizzare una serata, una cena tra amici e basta un ragazzo che per dolce porta un vassoio di brigidini. Stavolta non sono i brigidini del mercato, ma quelli di pasticceria – “produzione propria” c’è scritto sull’etichetta – decorati con cioccolato fondente. E adesso? Sono io che ho organizzato la cena e lui, sembra così orgoglioso dei suoi brigidini! Mi sembra scortese non assaggiarli, mi faccio coraggio, chiudo gli occhi e ne mordo uno. Certo si sente l’aroma di anice e ammetto che mi disturba un po’, ma alla fine non è così male. Quasi quasi ne prendo un altro e forse, senza accorgermene, si annebbia il ricordo della Tac e ci scappa un sorriso per i miei adorati brigidini ritrovati.

Arianna

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